mercoledì 30 dicembre 2009

Una insidiosa teoria chiamata evoluzione.

"L’evoluzionismo non è una teoria scientifica, ma una filosofia, un modo di vedere il mondo. Ancora nessuno è riuscito a dimostrare la sua validità". Che differenza c'è fra quest'affermazione, prodotta dal vicepresidente del CNR Roberto De Mattei, e le parole rese celebri dalla scena del processo nel capolavoro "Il Pianeta delle Scimmie"? Nella sua arringa contro la teoria evoluzionista durate il processo contro l'alieno essere umano interpretato da Charlton Heston, il dottor Zaius denuncia gli "scienziati perversi che avanzano una insidiosa teoria chiamata evoluzione" ("perverted scientists who advance an insidious theory called evolution", al min. 3'40'' del filmato seguente).
Guardate il fimato e poi leggete l'articolo pubblicato su Repubblica lo scorso 23 dicembre. Due giorni prima della "festa del sole" che viene spacciata come la nascita del cristo.
Ancora una volta la fantascienza ci viene in aiuto (profeticamente in questo caso, visto che il film è del 1968) nella rappresentazione dei problemi della società reale. Perché al vertice del supremo istituto della scienza e della ricerca c'è un integralista anti-scientifico che dichiara la sua sintonia con le strampalate e nocive idee del papa?
Non so voi, ma io non ne posso più di queste "scimmie".


Repubblica 23.12.09
Il vicepresidente del Cnr De Mattei risponde alle polemiche sul creazionismo
"Credo alla Bibbia e non a Darwin" - intervista di Leopoldo Fabiani

L’evoluzionismo non è una teoria scientifica, ma una filosofia, un modo di vedere il mondo. Ancora nessuno è riuscito a dimostrare la sua validità". Incurante delle critiche che gli sono precipitate addosso da ogni parte Roberto De Mattei, storico del Cristianesimo e vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche, non deflette. L´uscita del volume Evoluzionismo. Il tramonto di un´ipotesi, che raccoglie gli atti di un seminario da lui organizzato nel febbraio scorso, e pubblicato con il contributo (9.000 euro) del Cnr, ha scatenato parecchie reazioni. Le tesi creazioniste sostenute da De Mattei, hanno detto scienziati come Piergiorgio Odifreddi, Nicola Cabibbo, Telmo Pievani, non hanno nulla a che vedere con la ricerca scientifica e non dovrebbero godere di finanziamenti pubblici (già così scarsi). E ora De Mattei, che crede fermanente nella "discussione aperta" vuole replicare al fronte dei suoi avversari.
Professore, è giusto che il Cnr finanzi delle iniziative che secondo la comunità scientifica si basano su teorie infondate?
«Il contributo finanziario è stato minimo ed è servito allo scopo, che era quello di aprire una discussione su idee che altrimenti sarebbero passate sotto silenzio. Ora tutti si concentrano su questo aspetto e nessuno vuole discutere nel merito i contributi del libro».
Ma la comunità degli scienziati non ritiene che le idee creazioniste abbiano una base scientifica. Per questo non le vuole discutere. Sarebbe come, si dice, mettere ogni giorno in discussione l´acquisizione che è la terra a girare intorno al sole e non viceversa.
«Io credo che la scienza debba procedere per tentativi, errori e confutazioni. Quindi gli scienziati non dovrebbero atteggiarsi a casta intoccabile e invece aprirsi alle idee critiche. Invece non vogliono nemmeno esaminare i contributi scientifici che abbiamo portato nel nostro seminario. Perché la messa in discussione delle teorie darwiniane ha solide basi scientifiche, lo ripeto. Mentre la verità è che nessuno finora è riuscito a dimostrare la teoria evoluzionistica. Che è una vera e propria posizione filosofica, basata cioè su convinzioni generali di fondo e non su evidenze sperimentali».
E come spiega allora che gli scienziati "evoluzionisti" hanno ognuno una propria idea del mondo che può essere classificata atea, marxista, postmoderna, cristiana o buddista, mentre i "creazionisti" sono tutti cristiani?
«Guardi, per questo apprezzo la coerenza di Odifreddi, quando dice che dall’evoluzione così com´è spiegata da Darwin consegue che non esiste il peccato originale e quindi la venuta di Cristo sulla terra non ha senso. Mentre trovo incredibilmente incoerente che ci si possa dichiarare cristiani ed evoluzionisti. E mi chiedo come uno scienziato su queste posizioni come Cabibbo possa presiedere la Pontifica accademia delle Scienze».
Ma oggi la chiesa non ha più un atteggiamento di condanna verso le teorie darwiniane. Lei vorrebbe dare lezioni di coerenza anche alle gerarchie ecclesiastiche?
«Senza dubbio in alcuni ambienti ecclesiastici c´è un atteggiamento debole, come un senso di inferiorità verso certi ambienti intellettuali. E questo anche in posizioni di vertice. Certo non in Benedetto XVI che ha una posizione critica sulla teoria dell´evoluzione. Esistono invece vescovi e teologi che la accettano, e sono gli stessi per esempio che sostengono che il libro della Genesi è una metafora e che non va preso alla lettera».
Non sarà convinto che il mondo è stato creato in sette giorni?
«Non, non dico questo. Credo però che Adamo ed Eva siano personaggi storici e siano i progenitori dell´umanità. Credo che su evoluzionismo e fede religiosa nel mondo cattolico ci sia una grande confusione, su cui occorrerebbe discutere. Comunque tutto ciò non ha a che fare con i contenuti del libro e del seminario che erano prettamente scientifici».

venerdì 25 dicembre 2009

Mu.Fant: il Museo della Fantascienza di Torino

Se avevamo parlato qui della Casa dell'Altrove (in quel di Yverdon-Les-Bains, Svizzera), oggi invece ci giunge notizia dell'esistenza, già dalla metà di quest'anno, in territorio italiano, del "Mu.Fant".
Il Museo-Laboratorio della Fantascienza di Torino ha aperto lo scorso 30 giugno, grazie agli sforzi dell’Associazione Immagina, e si trova nella Ludoteca San Giocondo, precisamente in via Luini al numero 195.
In occasione dell’apertura, il centro ha ospitato una mostra dedicata a Star Wars, e in occasione del quarantennale dello sbarco sulla Luna ha visto una giornata dedicata alla commemorazione.
Attualmente il Mu.Fant ospita invece, già dal 28 novembre scorso, la mostra "Star Trek: ultima frontiera", che proseguirà fino al 23 gennaio 2010 (alcune immagini: qui).
L’inaugurazione di questa mostra ha visto protagonista la collezionista Stefanie Grőner, co-curatrice, che ha tenuto anche diverse “lezioni” sull’universo di Star trek.
Sempre presso il museo si potranno scoprire, inoltre, le opere degli artisti German Impache e Osvaldo Belli, la sezione dedicata alla ricerca spaziale torinese, realizzata in collaborazione con Smat - Torino e Thales Alenia Space e la sezione Star Wars con altre curiosità.
Un appuntamento da non perdere non solo per gli amanti di Star Trek ma anche per i cultori del cinema in generale. Torino, già ben nota sede del Museo del Cinema, offre un'altra prova della propria collocazione all'avanguardia della cultura moderna per l'Italia.
Una cultura che a pieno titolo comprende e valorizza il genere fantastico.

mercoledì 16 dicembre 2009

Autore canadese pestato da squadraccia di guardie di frontiera USA.

Quella che segue è una notizia dai dintorni, anzi dai confini, apparentemente da quelli fra USA e Canada, in realtà fra umano e disumano. Si tratta dell'aggressione che Peter Watts, autore canadese di FS, ha subito la settimana scorsa, a seguito della quale si è creata una catena di solidarietà (anche economica, per via delle future spese legali).
Leggiamo insieme nel blog di Peter, e rinunciamo a commenti ovvii sulla più grande "democrazia" planetaria. In questa dimensione, appunto.

"Se credete all’interpretazione della fisica quantistica secondo cui esistono vari Mondi, allora deve esserci da qualche parte un universo parallelo nel quale ho attraversato il confine fra USA e Canada senza subire l’incidente dello scorso martedì. In un’altra dimensione, non sono stato fermato da uno sciame di guardie di confine che brulicavano intorno alla mia automobile come formiche guerriere senza alcuna ragione apparente, o magari è successo, ed io ho semplicemente mantenuto il mio sguardo in basso e mi sono astenuto dal fare domande.
In qualche altra crono-linea, non sono sceso dall’automobile per chiedere cosa stesse accadendo, e non ho nemmeno ripetuto la domanda quando mi è stata negata una risposta e mi è stato ordinato di rientrare in macchina. In quest’altra crono-linea non mi sono beccato un pugno in faccia, una spruzzata di spray urticante, non sono stato malmenato, ammanettato, gettato bagnato e mezzo nudo in una cella di reclusione per tre cazzo di ore, scaraventato quindi in una cella ancora più fredda per passarci la notte, e citato in giudizio con l’accusa di aggressione nei confronti di un ufficiale federale, il tutto senza la possibilità di un avvocato (benché abbiano tentato di farmi rinunciare ai miei diritti, e per due volte). In quella dimensione parallela, non sono stato nemmeno scaricato oltreconfine in maniche di camicia, con il computer e la pennetta confiscate, e persino il mio cazzo di blocco note trattenuto finché hanno scoperto fra loro qualcuno abbastanza alfabetizzato da saper distinguere fra degli appunti per idee di storie da scrivere e, immagino, malvagie trame del terrorismo. E non sono stato abbandonato senza cappotto all'arrivo della prima tempesta invernale dell’Ontario, ad un orario in cui autobus e mezzi di trasporto avevano finito le corse della giornata.
In qualche altro universo me ne sto al caldo, felice, e senza la prospettiva di trascorrere due anni in galera per il mio crimine: essere stato preso a pugni in faccia.
Ma questo non è quell’universo.
Rimanete sintonizzati.

Peter Watts

(traduzione mia da: http://www.rifters.com/crawl/?p=932)

giovedì 10 dicembre 2009

La casa dell'altrove: il più grande museo della FS al mondo!

Non c’è affatto bisogno di arrivare fino allo Science Fiction Museum di Seattle per soddisfare la ricerca di un Museo della Fantascienza. Il motivo è semplice: ne abbiamo uno a poche centinaia di chilometri dal confine.
Si tratta di regalarsi un viaggio a Yverdon-les-Bains, una cittadina vicina a Losanna, dove si trova La Maison d'Ailleurs (“La casa dell’altrove”). Fondata nel 1976 dall’enciclopedista Pierre Versins, appassionato del genere (autore di una storica e mai tradotta Encyclopédie de l'Utopie des voyages extraordinaires et de la Science Fiction che gli valse il Premio Hugo nel 1973), la Maison, con oltre quarantamila tra libri e illustrazioni, di cui molte assai rare, in quaranta lingue, ventimila tra oggetti d'arte, giochi, manifesti e dischi, è il maggior museo della fantascienza al mondo. Qui informazioni dettagliate nel sito nazionale del turismo svizzero e qui invece nel sito delle autolinee federali svizzere.
Il museo organizza esposizioni temporanee e collabora ad iniziative e attività scientifiche. Un illustre esempio fu il seminario organizzato nel 2001 con l’Ente Spaziale Europeo (ESA) dal titolo “Tecnologie innovative dalla Fantascienza per l’applicazione scientifica” (ovvero Innovative Technologies from Science Fiction for Science application, ITSF), dove scienziati e scrittori si incontrarono per esaminare insieme le più recenti idee della letteratura fantastica e le loro possibili trasformazioni in applicazioni concrete. Fu un successo insperato, che portò alla luce oltre duecentocinquanta idee degne di approfondimento; fra le più brillanti e in realtà già in corso di realizzazione l’ascensore spaziale, un sistema immaginato dal russo Konstantin Tsiolkovsky già nel 1895 e poi descritto nei minimi dettagli dal britannico Arthur C. Clarke nel 1979, e le astronavi a vela, una immaginifica idea degli anni cinquanta, di cui un prototipo si è già alzato da terra di ben venti metri sotto la spinta di raggi laser. Venne così lanciata la competizione internazionale Clarke–Bradbury, rivolta a giovani scrittori di età tra i 15 e i 30 anni. La sfida: realizzare una breve storia di hard science fiction, ovvero fantascienza realistica. Lo stesso Arthur C. Clarke diede la sua benedizione alla iniziativa, dichiarando: “Spero che questa competizione possa attirare molti sfidanti e ispirare sempre più giovani menti a scrivere di fantascienza”.
L’ESA pubblicò così, nel 2003 e di nuovo nel 2005, un volume con le migliori storie partecipanti (http://www.itsf.org/).
Qui è possibile ascoltare una interessante intervista a Patrick Guiger, direttore del Museo, sul progetto ITSF di collaborazione con l’ESA.
Attualmente la Maison ospita una mostra su Mervyn Peake, scrittore e illustratore britannico.
Come si arriva alla Casa dell'Altrove?
In auto: autostrada A1, uscitaYverdon-Sud, 2 km in direzione d'Yverdon-les-Bains; in treno: fino a Yverdon-les-Bains e poi alcuni minuti a piedi in direzione del casinò.

(Fonte, oltre quelle citate: qui)